Pratica -
Workspace Ricerca X è uno spazio dove praticare, con lo sguardo, la postura e l’attitudine di chi ricerca.
La pratica è strumento di condivisione di un interesse, attraverso cui si dispiega la ricerca.
Tramite una (auto)riflessione sui metodi, la pratica permette di definire il proprio campo di interesse, producendo effetti inaspettati ed è uno strumento attraverso il quale si accede agli universi, desideri e ossessioni dellə altrə e del resto del gruppo.
“C’è qualcosa che faccio che non è training, nè processo, nè prodotto e questa cosa è alla base delle decisioni che prendo riguardo a training, processo e prodotto. E voglio chiamare questa cosa, la mia pratica”
Chrysa Parkinson, “Self interview on practice”
PRACTICE da “Writing Scores – Glossary”, a.pass
La pratica è l’attivazione della ricerca, il momento in cui la ricerca viene messa nel mondo, lasciata respirare e riprodursi con ciò che la circonda. La ricerca prende vita solo nella pratica, richiedendo nutrimento, assistenza e attenzione per prosperare e trasformarsi. Ogni pratica produce una propaggine sotto forma di conseguenze, di tracce, che a loro volta richiedono attenzione per trasformarsi in nuove pratiche o in mutazioni di quelle vecchie.
La ricerca può essere mantenuta viva solo sperimentando la sua presenza nel presente, nel fare. Attraverso la ripetizione appare il suo potenziale, fino a quando non cresce e comincia ad allontanarsi da voi, uscendo dalla sua custodia per entrare nel mondo. La potenza della pratica si misura dalla sua capacità di sopravvivere a questo spostamento dall’ambiente in vitro ad altri ambienti. Per esempio, venendo adottata da altri ricercatori, entrando nel dominio pubblico, o ispirando incroci, idee mostruose o rompendo abitudini consolidate. Una pratica è sempre in movimento, anche se è ferma. Il rapporto del ricercatore con la pratica è spesso disfunzionale. In altre parole, se la pratica non risponde, è probabilmente il momento di provarne un’altra. La concretezza della pratica è ciò che costituisce le sue svolte inaspettate. La sua resistenza e inflessibilità ad adattarsi alle idee o alle intuizioni che l’hanno prodotta è esattamente ciò che provoca l’attrito necessario a far emergere il pensiero impensato.
Ricerca -
Nella Ricerca Artistica la pratica artistica diventa metodo di ricerca con cui indagare una domanda, un tema, un oggetto, un ambito, un mondo.
Sviluppa molteplici punti di vista, si sviluppa e si dissemina nel corpo e nelle materie, assembla materiali eterogenei, attraversa il sapere in maniera inedita e ne offre un’esperienza nuova, produce nuova conoscenza o nuovi punti di vista, posture con cui fare l’esperienza del conoscere.
Feedback -
Il feedback è una pratica costante che Workspace Ricerca X propone con continuità in contesti diversi: durante le residenze, durante le aperture pubbliche e in occasione di formati appositamente dedicati.
Attraverso le sessioni di feedback si allena una modalità di conversazione intensa e critica, a partire dalle pratiche e dai materiali condivisi. La proposta di un formato strutturato di feedback permette di concretizzare uno spazio di dialogo collettivo a supporto dei processi e delle traiettorie artistiche di ognuna.
Il feedback, praticato con intensità nel contesto di Workspace Ricerca X, rappresenta un’occasione di allenare discorsività e (auto)riflessività intorno al lavoro artistico, scandendo modi e tempi dello stare assieme e del parlare assieme, con un’attenzione specifica al linguaggio.
La pratica del feedback incoraggia la creazione di alleanze, più che alimentare dinamiche di competizione, fra gli attori del settore, sostenendo la dimensione etica del lavoro e della ricerca, nel riconoscimento di una comunità che opera, così come delle proprie fonti e riferimenti.
Scrittura -
Le pratiche di scrittura interessano Workspace Ricerca X come strumento di sedimentazione e trasposizione di materiali che si manifestano in gesti e azioni impermanenti permettendo anche alla discorsività delle pratiche di trovare un mezzo di disseminazione e di ulteriore articolazione. Nel progetto la scrittura è praticata con una traiettoria che va dal basso verso l’alto e si posiziona in prossimità: scrivere dalla pratica/dal corpo e non sulla pratica/sul corpo.
PARlor Performing Art Research, discourses and underlying obsessions. Hub editoriale per la letteratura e il pensiero elaborati a partire dal corpo
PARlor è uno spazio di scrittura e riflessione collettiva, articolato da Ambra Pittoni all’interno di Workspace Ricerca X, che indaga la relazione tra scrittura e pratiche coreografiche di ricerca interrogandosi sui possibili formati letterari in cui il tipo di pensiero che emerge nell’ambito delle pratiche coreografiche possa essere disseminato al di là della circostanza dei corpi in movimento.
Scores
All’interno di Workspace Ricerca X, Elisa e Francesco portano un interesse per scores scritti, intesi come mezzo per traslare sul piano della pratica alcune questioni che caratterizzano i processi di ricerca, di individuazione, costruzione e sviluppo delle pratiche artistiche e della loro condivisione.
Gli scores sono pensati come strumento coreografico, dispositivo, infrastruttura, così come cornice entro cui situare discorsi e riflessioni legate alla ricerca.
Drammaturgia -
La drammaturgia della ricerca è intesa, oltre che nella tradizionale figura del/la dramaturg di accompagnamento di un processo artistico, sia esso di ricerca o produzione, come pratica dell’attenzione, sia nel fare la propria ricerca che nell’osservare, danzare, incarnare la ricerca delle altre. Praticare l’attenzione in maniera intensa implica l’articolazione di corpo, sguardo e linguaggio:
stare dentro e fuori un processo misurando prossimità e distanza, spostare e produrre nuovi punti di vista, tessere costantemente la relazione tra corpo e linguaggio restando nel linguaggio in un’attitudine somatica. La drammaturgia della ricerca diventa così una funzione applicabile a vari momenti e circostanze della propria e altrui ricerca.
“We could define the minor dramaturgy as that zone, that structural circle, which lies in and around a production. But a production comes alive through its interaction, through its audience, and through what is going on outside its own orbit.
And around the production lies the theater and around the theater lies the city and around the city, as far as we can see, lies the whole world and even the sky and all its stars.” – Marianne Van Kerkhoven
Ambiente di ricerca -
Definiamo lo spazio che si crea con l’attivazione del formato e delle attività di Workspace Ricerca X come ambiente di ricerca complesso, denso e intenso.
Un ambiente che si genera, come spazio fisico e spazio del pensiero, dalla compresenza e dalla reciproca frequentazione di pratiche, materiali, formati, strumenti, discorsi, affetti, corporeità intelligenti.
E’ un ambiente che accoglie e sostiene movimenti dei corpi, pensieri e discorsi, facendo emergere nuovi significati dalle relazioni che si creano. Uno spazio condiviso, abitato in prossimità e in maniera continuativa nel tempo, che permette e sostiene la circolazione di conoscenza al suo interno e verso l’esterno.
E’ un ambiente orizzontale di collaborazione fra pari, in cui condividere una responsabilità comune, un common concern, dando spazio a posizionamenti, ruoli e punti di vista diversi e mobili.