Ci occorre sempre un simbolo concreto per afferrare un’idea come si afferra un pezzo di pane.
Ma non è mai il simbolo che potremmo supporre, quello calzante e perfetto.
Ma un’altra cosa che indica obliquamente, a una cert’ora propizia.
Cristina Campo
Lettere a Mita
Cosa ci coinvolge veramente? Quando sentiamo di fare parte di qualcosa?
Come un pezzo di pane s’interroga sull’appartenenza e sull’entusiasmo: il totale coinvolgimento di cui ognuno ha fatto esperienza durante una conversazione intorno a un tavolo o a un pensiero comune, in un momento preciso.
Il progetto ha una natura ibrida ed è nato dall’incontro con Leo Merati e dal desiderio di osservare insieme il movimento del mondo attraverso il video, la fotografia, la parola, il suono.
Spostandosi fra i diversi sguardi che ogni disciplina offre, il corpo è libero di fare esperienza della realtà e di trattenere, ogni volta, informazioni specifiche da tradurre in movimento. Analizzando dinamiche da punti di vista diversi, cerchiamo di avvicinarci allo sguardo obliquo, trasversale, di cui parla Cristina Campo, nella speranza che una traiettoria diagonale possa includere più prospettive ed essere il più possibile accessibile. Cerchiamo le tracce concrete che, come le briciole di Pollicino, ci portano ad afferrare un’idea – una sensazione, un’esperienza -, a darle corpo e forma, per poterla mettere sul tavolo, per condividerla.
Il movimento che c’interessa indagare, studiare, (ri)creare, è quello che porta due sconosciuti ad avvicinarsi fra loro o una persona a entrare in uno spazio in cui non è mai stata prima. Così come il corpo necessita di spazio per muoversi, Come un pezzo di pane necessita di invitare le persone a entrare, perché si nutre della relazione con loro e di ciò che ognuno desidera condividere.
In residenza insieme a Leo Merati.
Alice crede nella précision du hasard, nelle crepe da cui entra luce e nella poesia. Studiando tecnica Nikolais, Axis Syllabus e Composição em Tempo Real, si è convinta che danzare sia muoversi nel mondo e fra gli altri. Fatica a definire i contorni delle cose, trova fertili le zone di confine e i movimenti delle greggi. Alla ricerca artistica e alla creazione (Rivoluzione, 2018, con Lucia Palladino e Volumi, 2018, con Tommy Ruggero) affianca il lavoro per e con l’infanzia in teatro (BiancaNera, 2012), nelle scuole (Play Attention, 2017) e a PianoTerra, sede di QB Quanto Basta, per cui ha curato la rassegna FOP! | Piccoli passi da gigante, 2018-2019. D’estate, lavora in alpeggio, dove impara dagli animali che insegnano senza sapere e riesce a separare ciò che preme da ciò che pressa.
in.col.to
pratiche di biodiversità
un progetto di Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze
in.col.to
pratiche di biodiversità
un progetto di Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze