edizione 2018>2020
E’ un progetto di passaggio il cui focus è il tempo di fermentazione più che il risultato. Per due settimane lavoro su dinamiche che partono da relazioni semantiche a quelle biologiche (corporee) per disegnare nuove tecnologie di creazione inspirate da altre intelligenze: batteri e muschi per esempio. Parto da metodologie poetiche prese a prestito dal precedente Spectacles per iniziare un processo più batterico e selvatico.
edizione 2016>17
Durante la residenza a Torino mi concentrero’ sulla scrittura del testo che chiude la serie di tre “danze da leggere”. Dopo Spectacle #3 (2015), una danza plausibile e #1 (2016/17), una danza a ritroso, in Spectacle #2,5 vorrei dedicarmi all’idea di una relazione tra decorativo e fedele. Le “danze da leggere” si situano parallelamente a Spectacles, una ricerca sulla relazione tra danza e linguaggio dal punto di vista economico, poetico e performativo. Possiamo emancipare la danza dalla teoria della danza? Possiamo immaginare una nuova economia dello spettacolo? Che tipo di linguaggio diventa coreografico? Quale movimento produce una descrizione? Di cosa parliamo quando parliamo di danza? Quando comincia e quando finisce una performance?
Sara Manente coreografa, performer e ricercatrice, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi di Semiotica, Linguistica e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna, di Drammaturgia della Danza all’Università di Anversa, e un post-master in Performing Arts al a.pass (Advanced Performance Training) nel 2008, torna dopo dieci d’anni a far parte del Research Center/Cycle 1 di a.pass a Bruxelles. Nel frattempo lavora come coreografa, performer, mentor e collaboratrice per altri artisti e istituzioni.
Nel suo lavoro, la danza è il punto di partenza per pensare attraverso il corpo questioni legate a come percepiamo e agiamo sul mondo: linguaggio e opacità, performatività e pubblico. Formatasi con la danza classica sin dall’infanzia, passando poi a varie tecniche di contemporaneo, i suoi progetti prendono forme diverse: pubblicazioni, film, interviste, laboratori, installazioni, coreografie, esperienza telepatiche etc. Due gli spettacoli di danza più conosciuti e presentati anche in Italia: “Lawaai means Hawaai” (2009) e “Faire un four “(2011), seguiti da un lungo progetto di ricerca incentrato sull’ekphrasis: “Spectacles” (2016-18). Dal 2012 al 2016, ha lavorato in collaborazione con Marcos Simoes sulla relazione con lo spettatore attraverso progetti di vario formato basati su pratiche extra sensoriali/paranormali : “This place”. Nel 2019, riceve una borsa di ricerca dalla Comunità fiamminga per il progetto “Wicked technology / Wild fermentation” (Tecnologia malvagia / Fermentazione selvaggia): “accostando pratiche di fermentazione, femminismo e ricerca artistica, sono interessata a mappare un insieme di tecniche che trasformano il pensiero, la percezione e il fare (d’insieme) nelle colture vive e nelle live arts”.
Lavora nel campo delle arti performative e realizza progetti sotto forma di spettacoli di danza contemporanea, performance, laboratori, ricerche aperte, video e testi. Tra i suoi lavori: Lawaai means Hawaai (2009, trio), Faire un four (2011, quartetto); in collaborazione con Marcos Simoes: This place e Tele Visions (2012-2015, serie di performances basate su fenomeni ESP) e LAVA (2016). Attualmente lavora su due progetti che legano intimamente danza e linguaggio: un film in 3D cominciato sotto forma di interviste ad artisti e pubblico sull’esperienza di fare, vedere e descrivere la performance e una serie di testi scritti che sono danze da leggere.