‘Immagino un elenco numerato in cui perdere il filo, nonostante o data la presenza dei numeri: l’elenco numerato di esercizi propedeutici alla sparizione.’
L’opera agisce come ‘corpo intensivo, attivo localmente per salti, scarti, vibrazioni e modulazioni’. Più che di una scrittura drammaturgica, si tratta di un dispositivo, che dà all’opera la forma di uno zibaldone dei pensieri, o dei pensierini bambini. La figura, il corpo danzante e la parola sono gli elementi atti alla costruzione di molecole specializzate, i singoli esercizi, in cui è attiva la tecnologia del corpo, che disgrega, lega, moltiplica le cellule. Si tratta di un esercizio di appropriazione ed uso sconsiderato dei codici, necessario alla localizzazione (nel corpo) del pensiero.
Gli Esercizi si esercitano nell’indeterminatezza, nel dominio del ‘pressappoco’, del non misurabile. L’attenzione è sullo spostamento dalla centralità dell’opera intesa come fatto concluso alla composizione come luogo decentralizzato.
Amalia Franco è un’artista indipendente, la cui ricerca verte sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. È autrice e performer in ‘Corpo Unico’ in collaborazione con il Quartetto Muarice e la compositrice Giulia Lo Russo, in ‘Trittico. Cantillazioni’ in collaborazione con la danzatrice Anna Moscatelli e la musicista Renata Frana, e ‘Trittico. Lasciare andare con grazia’. Performer per la compagnia Barca dei matti, diretta da Natacha Belova, Ifoperator Production e per il Teatro del Lavoro, diretto da Damiano Privitera. Partecipa al GDA 2015, all’interno di Nuove Traiettorie, con il progetto ‘Moving Masks’. Lavora sulla drammaturgia del paesaggio con il progetto ‘Tillandsie, drammaturgia urbana dei crolli’, in collaborazione con Leonardo Delogu e Lajos Talamonti.