Nella sua ricerca di questi ultimi anni, Barbara Berti ha osservato ed esplorato il corpo e la mente, sviluppando un approccio alla danza e alla performance attraverso un metodo che esamina gli effetti delle connessioni nascoste tra i due e come queste si manifestino in relazione con un osservatore. Il metodo rappresenta il suo attuale linguaggio performativo ed è allo stesso tempo uno strumento che gli permette di evolvere la sua ricerca. La ricerca è partita da uno studio sull’empatia, lavorando nel processo creativo con l’esplorazione e lo studio con un cane. ‘I am shape, in a shape, doing a shape’ ha vinto il premio giuria HAU 2 durante il festival 100° Berlino, nel 2014. Berti usa un sistema che ha iniziato ad esplorare in un duo chiamato “Aoouuu”, (il primo passo della sua ricerca) sviluppato nel 2013 e presentato in Coaching Tanztage, un festival a Berlino, all’inizio del 2014.
Il performer è come uno scienziato nel mezzo di un esperimento, osservando, annotando ed al tempo stesso coinvolgendo il pubblico in questi due ruoli paralleli di osservatore ed essere osservato. Un movimento a spirale tra il mondo interno e quello esterno del danzatore e del pubblico evolve.
Nata e cresciuta a Bologna è di base a Berlino da qualche anno. Lavora sui propri progetti coreografici e collabora con danzatori e artisti in performance a lavori in Europa come: Judith Seng, Tino Seghal, Gabi Schilling.
Ha studiato inizialmente grafica pubblicitaria, continuando col teatro fisico e la danza, con l’approfondimento della danza contemporanea, contact improvisation, istant composition, lavori somatici (Body-mind centering) e la meditazione. Nei suoi lavori è interessata alla ricerca sull’empatia cinestetica, nella trasmissione incarnata dell’esperienza fisica e nell’ interazione col pubblico.